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giovedì 30 luglio 2015

Annunci Dinamici, 3 problemi sull'addio alle chiavi su AdWords

In un precedente post, "Intento batte Query", abbiamo iniziato a riportare un "malumore" diffuso sulla possibilità che AdWords abbandoni le parole chiave, per passare completamente agli annunci dinamici. Lo schema dell'intelligenza artificiale, che tutto sa grazie al nostro pregresso e presente, arrogandosi la sfinge del futuro, può anche stare in piedi concettualmente, ma nella tecnica, almeno allo stato attuale, AdWords ha tre grossi difetti che deve correggere... altrimenti le campagne dinamiche rischieranno di accontentare solo pochi: coloro che vendono fisicamente online e coloro che hanno parecchio denaro da investire.
Capiamo perché.

Organica Vs Pay Ads

Se il sistema AdWords, con le campagne dinamiche, ricalca la scansione organica, attribuendo a ogni pagina le sue specifiche parole chiave, AdWords potrà iniziare ad avere benefici, solo se il sistema garantirà la visualizzazione di più annunci (uno per landing) e non un solo risultato.
L'organica infatti non è detto che mostri un unico risultato rilevante. Se AdWords mostra un solo risultato, per quanto possa essere farcito dalle estensioni, non potrà mai competere con un buon posizionamento organico. Un passo indietro nelle performance.

Specifica conversione per specifica campagna

Come possiamo lavorare sulle performance, se gli intenti delle campagne sono diversi? Se il mio obiettivo è l'acquisizione di un lead, non posso far lavorare la campagna con una misticanza di conversioni che magari vengono ereditate dal proprio comparto e-commerce. Se scompaiono le chiavi, deve necessariamente essere creata una funzione di selezione delle conversioni.

Non si vive di solo e-commerce

I siti e-commerce sono tanti, ma non la maggioranza. Ci sono siti web conoscitivi, di lead generation, CRM, campionari, di servizi, corsi, hotel o viaggi e via dicendo. Lo schema dell'intento quanto riesce a seguire il percorso dell'utente nella sua ricerca? Non c'è forse il rischio che alcuni siti funzionino solo per generare awareness su un qualcosa, che poi AdWords decide di far comprare su un altro sito?
Per sopperire a questo problema, un sistema di attribuzione della canalizzazione sui micro-momenti del customer journey sarebbe davvero importante!

Detto quanto sopra... mi rendo conto che se un sito è perfetto allora il problema si porrà relativamente. Ma siamo di fronte allo schema organico. Insomma... forzare AdWords a lavorare sulla qualità ereditata dalla SEO, non porterà il piccolo utente a fuggire a gambe levate dalla piattaforma?

mercoledì 29 luglio 2015

Novità nelle campagne con annunci dinamici in AdWords

Come recita il post blog di Inside AdWords, signori e signori... si introducono oggi "Annunci Dinamici più potenti a supporto del tuo business".
L'idea di base è che Google utilizza il sistema di scansione adottato dall'indicizzazione organica (attenzione, per esperienza abbiamo notato che il robots.txt e il noindex, impediscono alla pagina di essere scansita) e traduce il vostro sito web in specifiche categorie.
Per avere una migliore profilatura delle categorie, senza necessariamente attingere ai target, è opportuno utilizzare rich snippet dei breadcrumb per categoria, e dal mio punto di vista meglio se con microdati, utili poi anche per la categorizzazione sull'organica.
A differenza di prima, il cruscotto mostra le categorie a video e specifica per ogni settore la relativa landing e il titolo associato, completando con copertura dei contenuti del sito per l'argomento e costo per clic consigliato sulle chiave (il costo è calcolato sull'aggregato delle parole chiave collegate).


Andando sul fumetto della categoria o della relativa sottocategoria, il sistema mostra le possibili landing e il titolo dell'annuncio, che come è evidente dall'immagine, potrebbe essere superiore ai 25 caratteri spazi inclusi consentiti da un titolo "statico". Attenzione però, tale "bug" si rende possibile o meglio probabile, se l'annuncio compare nei risultati premium in alto a sinistra. Questo avviene perché il titolo viene preso (solitamente) dal TAG Title. Tale "opportunità" a dire il vero, era già stata notata nella precedente versione degli annunci dinamici.

Ulteriori informazioni, è possibile vederle in questo breve video ufficiale.

lunedì 27 luglio 2015

AdWords e il Turismo in 5 consigli (in pillole)

AdWords e turismo sono un binomio che ormai da tempo sembra indissolubile. Sopratutto nel mare magnum degli Hotel - o comunque delle strutture turistico ricettive - non prescindere solo dal SEO sembra la scelta più saggia, anche perché comporta investimenti più contenuti e una visibilità che la SEO può offrire solo a uno sparuto gruppo di magnifici 10. Da un punto di vista logistico però, AdWords rischia di diventare solo un mezzo per produrre conoscenza della struttura (awareness) e poco per sfruttare il potenziale di conversione (espresso in prenotazioni dirette). Questo perché se il budget non è misurato sulle aspettative del customer journey, i prospect rischiano di restare tali almeno nel percorso di conversione diretto su sito, tramutandosi di fatto in clienti delle OLTA. Vero: arriva comunque la prenotazione, ma dovendo pagare una percentuale al portale.

A tal proposito, cerchiamo di trovare qualche semplice consiglio su come ottimizzare il proprio account AdWords "turistico", in modo tale da costruire un'impalcatura che con poco budget possa dare migliori risultati di quanti non ne stia offrendo adesso, tenendo presente che, molto spesso, nel turismo, trovare il coraggio di investire "di più", produce risultati decisamente migliori. Le regole sotto, valgono però anche per quegli account che, non volendo investire cifre da capogiro, decidono di trovare una soluzione ottimizzata, consolidando il budget e puntando su un miglior ROAS.

5 Consigli per ottimizzare AdWords per il turismo


1) Usare parole chiave brandizzate

Uno degli errori più comuni, è quello di usare AdWords per trovare solo utenti che ancora non conoscono la struttura. Lavorando quindi con termini quali: "vacanze al mare", "vacanze in toscana" e via dicendo. Sia che il cliente conosca la struttura o perché l'ha scoperta di recente, nella pagina dei risultati di Google, il primo link possibile, sarà probabilmente delle OLTA. Assicurarsi quindi una posizione superiore, garantirà un più alto numero di prenotazioni dirette, poiché il cliente non passerà da portali che consentono la prenotazione in modo ormai automatizzato. Quindi stesso numero di prenotazioni (ormai il cliente vi ha scelto), ma nessuna provvigione da sostenere, se non il piccolo importo del clic.
Ricordatevi inoltre, che la campagna brandizzata, contando su un inferiore numero di clic, dovrebbe lavorare con un proprio budget, per non farlo cannibalizzare dalla campagna con le chiavi generiche.

2) Usare i segmenti di pubblico con affinità personalizzata

Una recente modifica al pubblico della Rete Display di Google, consente di creare segmenti di affinità personalizzata. Potete quindi generare visibilità, lavorando su utenti che siano affini alle vostre offerte, pacchetti o semplicemente al tipo di struttura che offrite.
Siete una struttura che punta sulla vacanza relax? Potete creare un segmento dedicato, che si mostri soltanto a utenti i cui interessi si sposano con la vostra offerta.

3) Impostare le estensioni Callout

Ricordiamoci che è come una terza riga di descrizione. Quelli che sono i plus che prima andavano nelle 2 righe da 35 caratteri spazi inclusi, oggi potete inserirli direttamente qui. Piscina, Pensione completa, Barbeque e via dicendo. Insomma, tutto quanto può dare visibilità e può lasciar spazio alla descrizione, inseritelo nei Callout. Attenti solo a non mettere Callout che suggeriscono all'utente di cliccare (non sarebbe possibile), in quanto quegli spazi è più indicato metterli nei sitelink. Un Callout con "Promozione Estate 2015" che non porta in nessuna landing page, potrebbe innervosire l'utente!

4) Dividere le campagne per regione (o città)

Altra cosa che spesso viene dimenticata, riguarda la targetizzazione delle offerte. Se i vostri clienti sono (per fare un esempio) per lo più del sud Italia, perché destinare un budget a tutta la penisola? Molto meglio creare (almeno) due campagne separate. In una metteremo le regioni a più alto potenziale, nell'altra le altre. Se per "pigrizia", tempo o competenze, non volete dividere la campagna, attingete comunque alle impostazioni e inserite un aggiustamento offerta al ribasso, sulle località a peggior performance di prenotazione.

5) Usare gli annunci Countdown

Utili sopratutto nelle promozioni, gli annunci con funzione Countdown, sensibilizzano il prospect sulla scadenza (temporizzandola) della promozione e diventano formidabili alleati nella chiusura della prenotazione.

Cinque idee dunque, semplici, ma sicuramente molto poco messe in pratica. Sperando che ne proviate l'efficacia, vi aspetto su queste pagine per futuri consigli!

giovedì 23 luglio 2015

Quando è meglio tornare al Caos... Consigli Campagne AdWords

Ultimamente, mi capita molto spesso di ritrovare vecchie configurazioni AdWords, legate ad account storici, datati, ma non per questo sorpassati o non più di moda. Chiaro è che quando vedi un account di 10 o 11 anni, che contiene una sola campagna, con al suo interno una pletora di parole chiave diverse, scompagnate e sature delle più diverse corrispondenze, resti un attimo basito.
Poi però dai un occhio ai CTR, ai costi per clic e al punteggio di qualità... e noti che non se la passano così male. Chiaro, la storia di quella campagna parla e parla così bene che per quanto uno si metta in testa di farla performare meglio, tutto quello che otterrà da un taglio radicale e ristrutturante, porterà di fatto a un peggioramento delle performance. Prima di tutto un innalzamento dei costi.

In questi casi allora, preferisco andare per gradi e magari lavorare di "KeyWord Insertion" (inserimento parola chiave - vedi mio articolo sulla Community di AdWords) per fare in modo che gli annunci producano ancora bene - e magari si rinvigoriscano - e poi magari usarlo anche nell'URL di visualizzazione, facendo in modo, quando non è possibile mettere i parametri dell'URL finale, di lavorare con URL per parola chiave (colonne > modifica colonne > attributi > URL finale).
Ma c'è un altro caso che ultimamente (mi) salta all'occhio. Andando a spulciare in campagne super ottimizzate, risulta talvolta evidente che per avere un passo accelerato, sia necessario provare a lavorare sui target, geografici o orari (e di device), per fare in modo di razionalizzare gli accessi, dedicandoli solo a quei segmenti che performano meglio.
In questi casi, se la campagna è iperottimizzata, avremo un sacco di campagne, gruppi annunci tematizzati e divisi per differenti corrispondenze: il gruppo "esatte", il gruppo "a frase" e il gruppo "generiche". Ognuno a lavorare per avere la migliore corrispondenza possibile tra annuncio e parola chiave.
Ma a questo punto cosa succede se scopro che il pubblico di Milano performa meglio di quello di Torino o gli accessi delle 12 sono migliori di quelli delle 16? Tutta questa bella scoperta deve essere replicata per dividere le località e pianificare gli annunci!
Cosa bellissima, ordinatissima e razionalissima. Ma a cosa porta questo pragmatismo all'eccesso se poi i dati, sui macro aggregati, complicano in termini di tempo il nostro lavoro di analisi?

Insomma... tutto sommato ritornare al caos, lavorare col keyword insertion e l'URL su parla chiave e buttare tutto dentro pochi gruppi annunci in una sola campagna, non è alzare bandiera bianca. È solo ottimizzare diversamente l'account, provando a sfondare la porta della localizzazione e della pianficazione oraria su aggregati, invece che trovarsi di fronte innumerevoli campagne colme di costrizioni e geroglifici, che per troppo zelo, alla fine, ci vampirizzano il tempo.

giovedì 2 luglio 2015

Retargeting, Remarketing e Remarketing Negativo

Non uso questo titolo a caso. In realtà è "solo" il titolo di un capitolo del nuovo libro che ho scritto e che parla del Digital Marketing a 360°.
"Fare Business col Digital Marketing", edito da EPC, è un volume snello, direi scritto in modo semplice, che racconta quali sono gli strumenti del marketing digitale - e non solo - ideali per raggiungere il miglior ritorno sull'investimento. Mi concentro in questo articolo sul capitolo del remarketing, poiché, per gentile concessione dell'editore, questo capitolo è possibile sfogliarlo insieme ad altre parti del libro.
[ ... ] I temi del target e del marketing sono evidentemente due elementi
che cooperano, ma hanno un comune denominatore che li unisce: la
comunicazione. In senso esteso la comunicazione è probabilmente il
braccio pubblicitario che dà forza - e senso - sia all’attività di vendita,
che risiede nel concetto primordiale di marketing, che nella tracciatura
dei target. Gli individui cioè, ai quali deve essere sottoposta la nostra
azione di vendita. [... ]

Il tema è che spesso retargeting e remarketing vengono confusi, ma la matrice che ne alimenta il motore, è in buona sostanza molto diversa. Il target per sua natura è il bersaglio del nostro messaggio, che esso sia pubblicitario, che miri cioè dall'awareness, alla consideration e via dicendo. Ma il marketing, lo abbiamo detto in più modi e in più sedi, è invece l'arte di vendere, di piazzare cioè il colpo che, finalizzato a uno specifico target, modifica il messaggio ricostruendosi.
Si può quindi dire che il remarketing esiste grazie al retargeting, ma che le due cose non sono la stessa e non devono essere trattate come tali.
Pensiamo alla funzione di AdWords che determina la possibilità di escludere i visitatori da una campagna. Spesso mi sento dire che il CTR è diverso tra la campagna positiva e la negativa. Se ci pensate però, è cosa normale. Tanto più lesto sarò nel convincere l'utente che non ha mai vistato il sito, che sono la sua miglior scelta, tanto più alto sarà il CTR della negativa.
Di contro, se il mio sito web tende a fidelizzare, il CTR della positiva sarà più alto della negativa, se ho impiegato più tempo a convincere il prospect ad atterrare sul mio sito.
Il CTR quindi deve essere analizzato sempre tenendo in considerazione la varianza di numeri sul CTR. Sarebbe molto debole pensare solo a una classificazione del target.
Target è il prospect, ma anche il cliente. Ma cosa succede se tra i due CTR le differenze sono enormi? Potrebbe per esempio significare che sono tanto bravo a convincere al clic alla prima impression, ma sono poi "imbranato" in quella che è la cura del potenziale cliente e la sua fidelizzazione.

Questo e altri spunti quindi, sarà possibile trovarli sul libro.
Cliccate dunque qui se desiderate sfogliare il capitolo "Retargeting, Remarketing e Remarketing Negativo", o qui, se desiderate acquistare il libro "Fare Business col Digital Marketing".

In ogni caso, buona lettura!